venerdì 5 aprile 2013

Brasile, follia nella Libertadores: la polizia punta fucili contro i giocatori argentini

Rissa in campo al termine di Atletico Mineiro-Arsenal Sarandi (5-2 per i padroni di casa, con doppietta Ronaldinho), per calmare le violente proteste della squadra ospite gli agenti di Belo Horizonte intervengono in assetto antisommossa. Anche il Corinthians agli ottavi, ma Pato viene sostituito

ROMA - Ancora violenze nel calcio sudamericano, in particolare nella Coppa Libertadores. E ancora una volta, dopo quanto accaduto nel dicembre scorso a San Paolo nella finale di Copa Sudamericana (l'equivalente dell'Europa League in quel continente) fra il club brasiliano e gli argentini del Tigre, teatro di un episodio alquanto spiacevole, con armi sul campo per calmare i giocatori della squadra ospite, è un match fra una formazione brasiliana e una argentina.

POLIZIA BRASILE PUNTA FUCILI SU GIOCATORI ARGENTINI - E' accaduto a Belo Horizonte, dove gli agenti sono intervenuti al termine di Atletico Mineiro-Arsenal Sarandì. I brasiliani hanno vinto per 5-2, trascinati da una doppietta dell'ex milanista Ronaldinho, ed è esplosa la protesta della formazione argentina, che aveva mostrato nervi scoperti già all'intervallo ma a fine partita ha passato il segno. Le forze dell'ordine sono intervenute in difesa dell'arbitro e dei guardalinee e si sono viste a loro volta aggrediti: uno dei calciatori ha colpito un agente con una pallonata, un altro con un calcio ha fatto cadere una radio a un poliziotto. Così per sedare la rissa scoppiata sul terreno di gioco la polizia militare brasiliana è scesa in campo in assetto antisommossa, elmetti in testa, gli scudi a difesa e in alcuni casi i fucili a pompa puntati contro i giocatori argentini e solo allora è stata riportata una relativa calma. Il tenente colonnello Cicero Nunes, al termine degli scontri, ha difeso l'operato dei suoi uomini in un'intervista a SporTV: "Quella degli argentini è stata una condotta criminale, fuori luogo in un incontro di calcio. Avrebbero potuto essere arrestati". Un altro agente ha spiegato al portale Globo: "Chiederemo alle televisioni le immagini per individuare gli autori, stileremo un rapporto". Alle dichiarazioni di Nunes sono seguiti i fatti: almeno quattro giocatori della squadra argentina sono stati arrestati per essere interrogati. Dovranno rispondere delle aggressioni agli agenti che cercavamo di proteggere gli arbitri dopo il fischio finale.

GLI EPISODI PRECEDENTI IN BRASILE - Non è la prima volta, comunque, che pesanti scontri si verificano tra polizia e squadre argentine in Brasile, dove tra poco più di 15 mesi prenderanno il via i Mondiali. A dicembre il Tigre, era impegnato a San Paolo nella finale di ritorno di Coppa Sudamericana, sotto 2-0 all'intervallo, si rifiutò di tornare in campo denunciando che gli uomini della sicurezza dello stadio avrebbero aggredito i giocatori arrivando anche a minacciarli con le pistole dentro agli spogliatoi. L'allenatore Nestor Gorosito parlò di pestaggio, e in seguito un'emittente brasiliana mostrò delle immagini dallo spogliatoio con del sangue o presunto tale, sulle pareti. Episodio che coinvolge sport e militari anche in una partita di calcio a cinque, dove un arbitro, Nilson Carlos Nascimento, nella partita tra Olandia e San Jose', ha espulso un giocatore e quando questi ha rifiutato di lasciare il campo, ha chiamato la polizia militare per riportare la calma sul campo.

CORINTHIANS AVANZA, PATO SOSTITUITO - Si è qualificato per gli ottavi di finale della Copa Libertadores in contemporanea anche il Corinthians, superando 1-0 i Milionarios di Bogotà. A decidere il match non è stato Pato, sostituito nel secondo tempo, ma Danilo, autore del gol che ha permesso al club di San Paolo, assieme ai messicani del Tijuana, di superare il Gruppo 5.

BOCA JUNIORS VINCE E SPERA NEGLI OTTAVI - Ancora incerta, invece, la sorte del Boca Juniors, che ha sconfitto il Barcelona Guayaquil per 1-0 con una rete di Blandi ma che passerà agli ottavi solo se, nella notte italiana, il Toluca non batterà il Nacional Montevideo

FONTE: Repubblica.it

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