sabato 12 novembre 2011



Storia
Il Boca Juniors fu fondato lunedì 3 aprile 1905 da Esteban Baglietto, Alfredo Scarpatti, Santiago Pedro Sana ed i fratelli Juan e Teodoro Farenga, emigrati da Genova Boccadasse e trasferitisi in Argentina, a Buenos Aires, nel quartiere genovese della Boca (da cui deriva il nome); desiderosi di ripristinare quella che era la loro passione in patria si ritrovarono, secondo la tradizione, in Plaza Solis per discuterne.
Il nome fu tratto dal distretto che abitavano aggiungendo il termine inglese "Juniors" per dare una connotazione più prestigiosa e qualificante, vista la cattiva fama e la pessima nomea che distingueva la Boca a quel tempo. I colori assunti furono il giallo e il blu, gli stessi colori della bandiera del paese della prima nave che i cinque emigranti videro arrivare nel porto di Buenos Aires, che fu un'imbarcazione Svedese
Il Boca Juniors cominciò a giocare in leghe locali a nella seconda divisione (torneo amatoriale) finché fu promosso in prima divisione nel 1913, quando il massimo campionato fu allargato da 6 squadre a 15. Il Boca non retrocesse mai e vinse poco dopo sei campionati amatoriali (1919, 1920, 1923, 1924, 1926 e 1930). Con l'introduzione del professionismo in Argentina, il Boca vinse il primo titolo nel 1931.
Da allora il Boca ha continuato a raccogliere successi, diventando il club più titolato dell'Argentina affermandosi spesso anche in ambito internazionale.

Dimensione sociale
Attualmente il Boca conta 61.000 soci abbonati. Si dice che il Boca sia la squadra preferita dalla "metà più uno del paese" (la mitad más uno del país). Un sondaggio ha rivelato che questa credenza è falsa: infatti la cifra si ferma al 40% della popolazione, mostrando che comunque il Boca è di gran lunga la squadra più tifata.
Ci sono Peñas (fan club) in molte città dell'Argentina, e anche all'estero, specialmente in Spagna, in Israele
(infatti l'Argentina fu la meta di molti emigranti ebrei) e il Giappone.
Il Boca ha fan in tutta l'America Latina, soprattutto in Colombia e in Perù, da cui provengono o sono provenuti molti giocatori. Negli Stati Uniti, a causa dell'immigrazione di latinos, ci sono molti tifosi degli Xeneizes, e si sta pianificando la fondazione di un Boca US nel 2008. Anche in Giappone, grazie alle recenti vittorie in Coppa Intercontinentale (manifestazione che si svolgeva proprio in Giappone), i fan sono molti.
Anche nella penisola italiana i fan boquensi sono molti, soprattutto nella zona di Genova: i genovesi sentono il Boca Juniors un po' loro, essendo stato fondato dai loro avi emigrati.

Colori
I colori sociali del Boca sono il giallo e il blu.
Essi derivano da quelli della bandiera svedese. Secondo la tradizione, infatti, i soci del club, non riuscendo a mettersi d'accordo per scegliere il colore delle maglie, si affidarono alla sorte: avrebbero preso quelli della prima nave che sarebbe passata quel giorno per il porto di Buenos Aires. E questa fu appunto una nave battente bandiera svedese.
Nei primi anni furono adottate diverse casacche tra cui le primissime (1905), una azzurra e una rosa.


Entrambe vennero sostituite nello stesso anno da una divisa bianca con strisce nere verticali


Nel 1907 i colori della tenuta divennero il blu con una banda gialla, trasversale fino al 1913, poi orizzontale (l'attuale divisa).

Simbolo
Quanto allo scudetto societario, il Boca ne ha avuti cinque nella sua storia. Il primo fu introdotto nel 1922 ed è stato utilizzato per oltre trent'anni, fino al 1955. Aveva il fondo bianco, con le iniziali CABJ (Club Atlético Boca Juniors) in giallo e blu ed una banda orizzontale ugualmente gialla. Per celebrare il 50° anniversario della fondazione del club, il logo fu modificato cambiando lo sfondo in blu, sempre con la striscia gialla e le iniziali però in nero. Furono aggiunti anche due ramoscelli d'alloro sui lati dello stemma. L'alloro sparì negli anni '60. Fu aggiunto anche un bordo nero e al posto delle iniziali la dicitura "Boca Juniors" fu scritta per esteso.
Un nuovo cambiamento avvenne negli anni '70. Tornarono le iniziali CABJ e furono aggiunte trenta stelle, una per ogni titolo conquistato all'epoca dai calciatori Xeneizes. L'ultimo cambiamento risale alla fine del 1996 ed ha portato alla versione attuale dello scudetto, con l'eliminazione della banda gialla e le iniziali CABJ scritte con un carattere che richiama i college, e un numero di stelle aumentato a quarantasei. Il font è stato adottato ufficialmente dal club.

Stadio
Dopo travagliate vicissitudini, durante le quali il Boca cambiò più volte l'ubicazione del terreno di gioco perdendo ingenti somme e rischiando di sciogliere il sodalizio, la società ha trovato la sua definitiva collocazione a partire dal 18 febbraio 1938, quando venne posta dal presidente Camillo Cichero la prima pietra dei lavori, terminati due anni più tardi per la costruzione dello stadio Bombonera, inizialmente denominato "obra perfecta". Fu inaugurato il 25 maggio 1940, durante la presidenza di Edoardo Sanchez Terrero. Domenica 2 giugno 1940 si disputò il primo incontro ufficiale nel nuovo stadio. Il Boca Juniors affrontó il Newell's Old Boys di Rosario e ne uscì vittorioso per 2 a 0 con gol di Alarcón e Gandulla.

Nel 1953 fu completata l'opera con un terzo anello al quale venne aggiunto l'impianto di illuminazione artificiale. Non subì altre modifiche fino al 1996, quando sotto la presidenza di Maurizio Macri furono demoliti i vecchi palchi della Calle Del Valle, rimpiazzandoli con una tribunetta e nuove gradinate abbellite recentemete dai murales dell'artista Pérez Celis che si aggiungono a quelli di Romolo Maccio'.

Lo stadio dal 2002 è intitolata ad Alberto Jacinto Armando, storico presidente del Boca. Il suo nome ha sostituito quello di un altro presidente, Camilo Cichero (secondo alcuni translitterazione in lingua argentina dell'oriundo italiano Camillo Cicero; in realtà Cichero è un tipico cognome genovese), che dava il nome allo stadio dal 1986. La capienza della struttura è di 57.395 spettatori.

Il clima che si respira alla Bombonera è tra i più caldi del Sudamerica, e i cori dei tifosi sono tra i più celebri. La Bombonera è nota anche per le vibrazioni che si sentono quando i tifosi cominciano a saltare a ritmo. Da ciò deriva l'espressione "La Bombonera no tiembla. Late" (La Bombonera non trema. Batte).
Inno Boca Juniors
L’inno del Boca Juniors porta la data dell’anno 1926 e fu creato da Vittoriano "Toto" Caffarena, l'unico tifoso partecipante al memorabile tour europeo della squadra nel 1925. Caffarena chiese ad Italo Goyeche di musicargli l’inno e lui lo compose. L’inno fu eseguito, per la prima volta, proprio a casa di Caffarena, con l'interpretazione al pianoforte di una delle sue sorelle. Il passo seguente fu mettere le parole sopra la musica e questo lo fece lo scrittore J.Fernández Bianco. L’inno del Boca Juniors fu eseguita per la prima volta in pubblico nel 1928 in un ristorante del quartiere de La Boca dopo una partita tra Boca e la squadra britannica del Motherwell.

La storia del Jugador N°12
si può far risalire al lontano 1925. Quell’anno il Boca Juniors era impegnato in quella che si può ben definire la sua prima trasferta europea e la prima di tutto il calcio argentino. In quel tour viaggiarono i giocatori, la dirigenza, lo staff tecnico ed un tifoso. Questo tifoso si dimostrò talmente attaccato alla squadra che, giorno dopo giorno, diventò parte di essa. Questo tifoso divenne, quindi, il Jugador N°12. Andando avanti con gli anni arriviamo al 1969, anno in cui il Boca vinse la Coppa Argentina e il titolo nazionale. Fu proprio in quell’anno che la si formò la prima Barra, nota sotto il nome di “Barra di Cocusa”. Elementi di spicco di quel gruppo erano il “Negro Bombon”, “Jorge Corea” ed, ovviamente, “Cocusa”. Gia all’inizio degli anni ’70, più precisamente nel 1973, fa la sua apparizione Quique, detto “el Carnicero”. Suo braccio destro era “el Aleman” e il “viejo” Carrascosa. Quique fu il capo della barra per quasi tutti gli anni ’70. Verso la fine della decade, intorno al 1979, però, iniziarono i primi problemi interni al gruppo. Problemi che durarono fino agli anni ’80. Quique si trovò senza appoggi e, nel 1981, fece la sua apparizione quella che poi divenne una figura storica della barra: Josè “el Abuelo” Barrita. I problemi all’interno della Barra continuarono anche dopo che “el Abuelo” (chiamato cosi per via del colore bianco dei suoi capelli) aveva definitivamente preso il comando. Nel 1988 iniziarono i primi scontri interni alla Barra: “el Curvo” e altri del barrio de la Boca affrontano “el abuelo” accusandolo di impossessarsi dei soldi raccolti per le trasferte. Nel 1990 in appoggio al “abuelo” si schierarono i barrios di Lugano, Lomas, Caballito, Ballester e altri ancora. Gli scontri interni però non si placavano. Da una parte i ragazzi del “Chueco” e dall’altra la banda del “abuelo”. Il clima si faceva sempre più teso e si arrivò, in occasione di una partita contro il Rosario Central, a un duro scontro tra i ragazzi del “Chueco” e quelli che appoggiavano “el Abuelo”.

Uno dei momenti peggiori di questi anni di scontri interni fu quando, a seguito degli scontri durante la partita con il Central, “el Abuelo” fu assalito in un bar e colpito con 10 pugnalate.
La dura tempra del leader della Barra lo portarono a riprendersi in breve tempo ed a ritornare in mezzo ai suoi. Nel 1994 avvene un fatto che decretò la fine del periodo del “abuelo”. In seguito a degli scontri con i tifosi del Ri*er (scontri che terminarono con un imboscata e la morte di 2 tifosi del Ri*er) furono incarcerati molti componenti della Barra e tra questi anche “el Abuelo”. Fu condannato per associazione illecita e cosi, nel 1995, la Barra si trovò privata del suo leader storico. Fu in quell’occasione che, per sopperire all’assenza del “abuelo”, durante una riunione tra i ragazzi di Lugano, Lomas e la Boca, si decise che Rafael di Zeo detto “Rafa” era il più indicato ad assumere il comando della Barra. La scelta cadde su di lui perche giudicato persona di carisma e per la sua anzianità in seno alla Barra, che aveva iniziato a frequentare all’inizio del “regno” dell’abuelo.





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